Prima di fuggire dalla Francia ed essere esiliata in Italia,
Elizabeth Vigée Lebrun fu insegnante di tante giovani artiste, la più famosa delle quali è sicuramente Marie Guillemine Benoist. Nata a Parigi nel 1768 e figlia di un funzionario, frequentò con la sorella l'atelier del pittore e politico francese Jacques-Louis David e fu proprio grazie a lui che divenne pittrice ufficiale dell'Impero.
Nel corso della sua carriera artistica, realizzò opere tanto virtuose tecnicamente quanto politicamente impegnate. In una prima fase che fu caratterizzata dall'influenza del suo maestro, la sua pittura abbracciava temi di natura classica che recuperava dalla mitologia e dall'antichità. In seguito al matrimonio con il banchiere Benoist d’Angers, si allontanò dall'influsso di David per dedicarsi ad altri generi, riscuotendo un notevole successo.
Il dipinto che consacrò la sua fama come pittrice fu esposto al Salon del 1800: realizzato sei anni dopo l'abolizione della schiavitù in Francia, "Ritratto di donna nera" è considerato un manifesto dell'emancipazione delle persone di colore e riflette le convinzioni femministe dell'artista. L'opera non fu benaccolta dalla critica e creò scandalo per il tema trattato.