Johanna Bonger, la storia della “vedova Van Gogh”

Tutti conoscono la vita travagliata e sofferta di Vincent Van Gogh, morto suicida, povero e sconosciuto, il 29 luglio 1890 all'eta di 37 anni, con un colpo di rivoltella al cuore. Il fratello Theo, suo strenuo sostenitore, morì appena sette mesi dopo di sifilide. In pochi invece conoscono la storia di Johanna Bonger "La vedova Van Gogh", moglie di Theo e cognata di Vincent, che con tenacia e coraggio, fece in modo che l'arte del grande pittore olandese, da molti considerato pazzo, non fosse dimenticata.
Nata ad Amsterdam nel 1862 e quinta di sette figli, Johanna fin da giovane mostrò attitudine per l'arte, per la musica e per lo studio, tanto che fu l'unica tra le sorelle a ottenere una laurea. A ventidue anni divenne insegnante di inglese in una scuola per ragazze a Elburg e successivamente presso la Scuola Superiore per ragazze a Utrecht.
Dopo la prematura scomparsa del marito Theo, sola con un bambino, Johanna decise di prendere in mano la sua vita dedicandosi completamente al progetto che avrebbe reso celebri i quadri di Vincent Van Gogh, portando con sé a Parigi circa duecento dipinti, con l'obiettivo di presentarli in Olanda, in Germania e successivamente in tutta Europa. Propose i quadri a gallerie e musei per farli ammirare al grande pubblico e in poco tempo la reputazione di Vincent Van Gogh crebbe in modo esponenziale.
Johanna investì in mostre i soldi ricavati dalle vendite dei dipinti e nel 1914 pubblicò in tre volumi la corispondenza che Vincent si scambiava con il fratello Theo. Proprio queste lettere sancirono l'inizio della popolarità dell'artista a livello internazionale e divennero il nucleo della collezione della Fondazione Van Gogh di Amsterdam, istituita nel 1960.
Van Gogh non fu in grado di vendere quasi niente mentre era in vita, ma grazie a Johanna, la sua arte si diffuse in Inghilterra, in Danimarca, in Norvegia e perfino in America. La sua fama continuò a crescere per tutto il ventesimo secolo, arrivando perfino in Giappone. I girasoli divennero l'emblema di Van Gogh stesso.
Anche a seguito di opinioni negative e critiche, alcune mosse dall'artista Richard Roland Holst, Johanna continuò la sua missione con audacia e risolutezza riuscendo a trasformare una tragedia personale in un grande dono per l'umanita, salvando se stessa e suo figlio. Facendo riferimento a una famosa frase attribuita alla scrittrice britannica Virginia Woolf, è proprio il caso di dire: "Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna".
Nata ad Amsterdam nel 1862 e quinta di sette figli, Johanna fin da giovane mostrò attitudine per l'arte, per la musica e per lo studio, tanto che fu l'unica tra le sorelle a ottenere una laurea. A ventidue anni divenne insegnante di inglese in una scuola per ragazze a Elburg e successivamente presso la Scuola Superiore per ragazze a Utrecht.
Dopo la prematura scomparsa del marito Theo, sola con un bambino, Johanna decise di prendere in mano la sua vita dedicandosi completamente al progetto che avrebbe reso celebri i quadri di Vincent Van Gogh, portando con sé a Parigi circa duecento dipinti, con l'obiettivo di presentarli in Olanda, in Germania e successivamente in tutta Europa. Propose i quadri a gallerie e musei per farli ammirare al grande pubblico e in poco tempo la reputazione di Vincent Van Gogh crebbe in modo esponenziale.
Johanna investì in mostre i soldi ricavati dalle vendite dei dipinti e nel 1914 pubblicò in tre volumi la corispondenza che Vincent si scambiava con il fratello Theo. Proprio queste lettere sancirono l'inizio della popolarità dell'artista a livello internazionale e divennero il nucleo della collezione della Fondazione Van Gogh di Amsterdam, istituita nel 1960.
Van Gogh non fu in grado di vendere quasi niente mentre era in vita, ma grazie a Johanna, la sua arte si diffuse in Inghilterra, in Danimarca, in Norvegia e perfino in America. La sua fama continuò a crescere per tutto il ventesimo secolo, arrivando perfino in Giappone. I girasoli divennero l'emblema di Van Gogh stesso.
Anche a seguito di opinioni negative e critiche, alcune mosse dall'artista Richard Roland Holst, Johanna continuò la sua missione con audacia e risolutezza riuscendo a trasformare una tragedia personale in un grande dono per l'umanita, salvando se stessa e suo figlio. Facendo riferimento a una famosa frase attribuita alla scrittrice britannica Virginia Woolf, è proprio il caso di dire: "Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna".
