Disegnare col makeup: i ritratti di Liza Kondrevich
23/02/2018La prima pittrice d’Europa: Rosalba Carriera
05/03/2018
Se c'è una donna che più rappresenta il riscatto delle donne nella storia dell'arte, è Artemisia Gentileschi. Nata a Roma nel 1593, ha cominciato ad appassionarsi alla pittura a circa 12 anni, affascinata dal talento del padre, l'artista Orazio Gentileschi. E fu proprio sotto la guida di suo padre che Artemisia iniziò la sua formazione: egli la introdusse all'esercizio della pittura insegnandole la preparazione di tutti i materiali utilizzati per la realizzazione dei dipinti, facendole acquisire dimestichezza con tutti gli strumenti del mestiere.
Partecipando alle attività lavorative nella bottega del padre, Artemisia conobbe Caravaggio, che spesso si recava nello studio di Orazio per procurarsi le travi per le sue tele, l'artista che più di tutti ha influenzato il suo stile pittorico. Ne è la testimonianza quello che può essere considerato il suo primo cimelio artistico: Susanna e i vecchioni. Secondo alcuni critici questa tela sancì il suo ingresso ufficiale nel mondo dell'arte.
Grazie alla predisposizione naturale per le Belle Arti, Artemisia divenne in breve tempo un'artista matura ed esperta e all'età di diciotto anni, suo padre decise di allocarla sotto la guida dell'amico e collega Agostino Tassi, un pittore che frequentava la sua bottega e che accettò volentieri di iniziarla agli studi sulla prospettiva.
Gli eventi però, presero una piega diversa: Tassi si infatuò di Artemisia e tentò di sedurla diverse volte, nonostante i sentimenti non corrisposti della donna, e dopo l'ennesimo rifiuto, la violentò nall'abitazione dei Gentileschi approfittando dell'assenza di Orazio.
Nonostante il trauma dovuto all'abuso sessuale, Artemisia decise di affrontare con coraggio la situazione rivelando l'accaduto a suo padre che denunciò il collega a Papa Paolo V. Il processo che ne seguì rese le cose ancora più complicate: per provare la veridicità delle sue affermazioni, Artemisia fu costretta a subire umilianti visite ginecologiche in pubblico e fu interrogata sotto la tortura dello schiacciamento dei pollici.
Anche quando Tassi fu condannato a una sanzione pecuniaria e all'esilio da Roma - pena mai scontata - la dignità di Artemisia continuò ad essere mortificata dai tanti che continuavano a ritenerla una bugiarda.
Dopo la vicenda dello stupro, si sposò con un pittore e si trasferì con lui a Firenze. Qui venne introdotta nella corte di Cosimo II De Medici e conobbe Galileo Galilei e Michelangelo Buonarroti il giovane, nipote del celebre artista, che le commissionò alcune opere. Si affermò come pittrice diventando un artista molto conosciuta e fu la prima donna a essere ammessa alla prestigiosa Accademia del Disegno di Firenze.
Dopo la parentesi Toscana, si spostò a Roma dove frequentò l'elite artistica dell'epoca e poi a Venezia in cerca di migliori commissioni. Successivamente si stabilì a Napoli, dove trascorse il resto della sua vita e dipinse tre tele per la cattedrale di Pozzuoli: San Gennaro nell'anfiteatro di Pozzuoli, l'Adorazione dei Magi e Santi Procolo e Nicea.
Malgrado i pregiudizi sessisti e le difficoltà incontrate nella sua vita travagliata, Artemisia Gentileschi seppe fronteggiare con audacia e risolutezza ogni ostacolo e impedimento, dando notevole prova della sua indole fiera e delle sue capacità artistiche. È diventata il simbolo del femminismo internazionale per le sue scelte di vita e le sue battaglie, una donna forte che ha saputo ribellarsi alle idee appartenenti alla società del XVII secolo che consideravano la pittura una pratica esclusivamente maschile.