Élisabeth Vigée Le Brun, l’ultima pittrice dell’ancien régime
Considerata una delle più grandi ritrattiste del suo tempo, Élisabeth-Louise Vigée Le Brun nacque a Parigi il 16 aprile 1755 . Suo padre, un pastellista, notò subito lo straordinario talento che Elizabeth manifestò alla precoce età di 8 anni, restando estasiato dai disegni che la piccola eseguiva ovunque, dai muri della scuola ai suoi quaderni.
A quattordici anni, in seguito alla morte del padre, decise di dedicarsi completamente alla passione che aveva condiviso con lui, riuscendo ad affermarsi in breve tempo come pittrice professionista nonostante la giovane età e a guadagnarsi da vivere realizzando ritratti.
Libera, ambiziosa, bella e sicura di sè stessa, sia nella vita che nella sua professione, Elizabeth fu oggetto di numerosi pettegolezzi. Venne accusata di non essere lei l'autrice delle sue opere ma suo marito, Jean Baptiste Pierre Le Brun, uno dei maggiori mercanti di quadri dell'epoca.
A quattordici anni, in seguito alla morte del padre, decise di dedicarsi completamente alla passione che aveva condiviso con lui, riuscendo ad affermarsi in breve tempo come pittrice professionista nonostante la giovane età e a guadagnarsi da vivere realizzando ritratti.
Libera, ambiziosa, bella e sicura di sè stessa, sia nella vita che nella sua professione, Elizabeth fu oggetto di numerosi pettegolezzi. Venne accusata di non essere lei l'autrice delle sue opere ma suo marito, Jean Baptiste Pierre Le Brun, uno dei maggiori mercanti di quadri dell'epoca.
Anche a Versailles, dove l'artista strinse un forte legame con la Regina Maria Antonietta diventando sua amica, confidente e pittrice prediletta, fu bersaglio di vere e proprie calunnie che le attribuivano orge e relazioni adulterine con tutta Parigi. Nonostante le voci, la familiarità con l'ambiente di corte le permise di ottenere l'accesso a tutte le corti d'Europa oltre a meriti e riconoscimenti, tra i quali quello di essere ammessa all'Accademia Reale di pittura e scultura.
Pochi anni dopo fu costretta a scappare da Parigi con la figlia Julia a causa della Rivoluzione e si trasferì in Italia per dodici anni, spostandosi tra varie città come Napoli, Parma, Modena, Bologna, Venezia, Firenze e Roma. Tornata in Patria dopo il lungo esilio, aprì un salotto letterario a Parigi e si stabilì in una casa di campagna a Louveciennes dove morì nel 1842.
Scrisse dei suoi viaggi, i successi e i personaggi influenti e importanti che incontrò durante la sua folgorante carriera nei Souvenirs, che ebbero un grande successo e restano a tutt'oggi un documento molto interessante sugli sconvolgimenti dell'epoca in cui la pittrice aveva così intensamente vissuto.
Pochi anni dopo fu costretta a scappare da Parigi con la figlia Julia a causa della Rivoluzione e si trasferì in Italia per dodici anni, spostandosi tra varie città come Napoli, Parma, Modena, Bologna, Venezia, Firenze e Roma. Tornata in Patria dopo il lungo esilio, aprì un salotto letterario a Parigi e si stabilì in una casa di campagna a Louveciennes dove morì nel 1842.
Scrisse dei suoi viaggi, i successi e i personaggi influenti e importanti che incontrò durante la sua folgorante carriera nei Souvenirs, che ebbero un grande successo e restano a tutt'oggi un documento molto interessante sugli sconvolgimenti dell'epoca in cui la pittrice aveva così intensamente vissuto.