Sofonisba Anguissola, la gentildonna della pittura
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24/03/2018
Angelika Kauffmann è stata una delle donne più influenti del neoclassicismo. Nata nel 1741 in Svizzera in ambiente di lingua tedesca, trascorse la propria infanzia in Austria. Suo padre, il talentuoso pittore Joseph Johann Kauffmann, le trasmise l'amore per il disegno. Dimostrò da giovanissima un precoce talento per la pittura, pratica che prediligeva e del quale apprese le basi attraverso la copia di gessi e stampe appartenenti alla sua vastissima collezione.
Ma fu in Italia che Angelika ebbe modo di coltivare e accrescere le sue doti artistiche, studiando le opere dei grandi artisti italiani e frequentando personaggi illustri. Si stabilì per un periodo a Firenze dove ottenne il diploma all'Accademia delle Belle Arti, poi a Napoli per studiare le collezioni del Museo di Capodimonte ed eseguì alcuni ritratti per la famiglia reale, poi ancora a Roma dove strinse legami di amicizia con pittori italiani e stranieri.
Si affermò come ritrattista, ma dimostrò anche un insolito interesse per la pittura storica. Nonostante la raffigurazione dei nudi fosse una pratica rivolta esclusivamente agli uomini, Angelika non si fece scoraggiare dai divieti e con astuzia scelse soggetti a lei consentiti servendosi anche delle sculture di cui lei stessa disponeva. Divenne un riferimento a livello europeo e tutte le corti furono conquistate dalla sua arte.
L'impresa di sfuggire ai generi ai quali venivano relegate le donne e il suo giro di amicizie prevalentemente maschili, diedero inizio a una serie di pettegolezzi sulla sua vita privata che la accompagnarono soprattutto a Londra, città in cui l'artista ebbe numerose commissioni e una vita ricca di occasioni mondane. Inoltre, con l'amico e collega Joshua Reynolds , divenne membro fondatore della Royal Academy of Arts di Londra e fu l'unica donna insieme a Mary Moser a esservi ammessa, fino al XX secolo.
In seguito all'annullamento del primo matrimonio con il conte svedese Frederick de Horn (che fuggi con i suoi risparmi), si risposò con il pittore veneziano Antonio Zucchi e si trasferì con lui a Roma dove fondò un proprio atelier. Ciò le permise di continuare a frequentare l'elite artistica e letteraria dell'epoca e di stringere un forte legame di amicizia con il poeta Johann Wolfgang von Goethe.
Dipinse per tutta la vita dimostrando la vastità delle sue conoscenze che spaziavano dalla ritrattistica alla pittura religiosa. Morì a 66 anni, il 5 novembre 1807, a causa di un dolore al petto che fu costretta a sopportare per molto tempo, probabilmente causato dalla continua esposizione ai veleni della tavolozza, inalati per tutta la sua carriera.